Diffamazione online e sui social: come difendersi e ottenere giustizia a Sanremo

66b4087a_user • 18 ottobre 2025

Una guida

Offendere qualcuno su Facebook, in un gruppo WhatsApp o con un post su Instagram non è “solo un insulto”: può integrare un vero e proprio reato di diffamazione previsto dall’art. 595 del Codice Penale.

Oggi la maggior parte delle offese nasce e si diffonde online: un commento denigratorio, una recensione falsa, un meme o un post offensivo possono raggiungere in pochi minuti centinaia di persone.
Chi subisce una simile esposizione pubblica può (e deve) difendersi, anche penalmente.

๐Ÿ”น Cos’è la diffamazione

L’art. 595 c.p. punisce chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione.
Si tratta di un reato contro l’onore, diverso dall’ingiuria (oggi depenalizzata).
La condotta diventa
ancora più grave se l’offesa è commessa “col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità”, come accade su internet o sui social network.

Secondo la giurisprudenza, Facebook e simili rientrano tra i “mezzi di pubblicità” poiché permettono la diffusione potenzialmente illimitata del messaggio:

la Cassazione Penale, Sez. V, n. 4873/2017, ha confermato che la pubblicazione online integra l’aggravante del terzo comma dell’art. 595 c.p.

๐Ÿ”น Quando un post o un commento diventa reato

Perché si configuri la diffamazione penale, servono tre elementi fondamentali:

  1. La comunicazione con più persone – il messaggio deve essere visibile da più utenti (anche un gruppo ristretto è sufficiente);
  2. Un contenuto lesivo della reputazione – parole, immagini, insinuazioni o accuse false che danneggiano l’onore di qualcuno;
  3. La consapevolezza dell’autore – chi scrive deve sapere (o accettare il rischio) di offendere la reputazione altrui.

Non serve indicare nome e cognome: basta che la persona sia identificabile nel proprio contesto sociale o professionale.
Sono considerate diffamatorie anche le frasi ironiche o allusive se idonee a ledere la reputazione.

๐Ÿ”น Pene e aggravanti

Le pene previste dall’art. 595 c.p. sono:

  • reclusione fino a 1 anno o multa fino a € 1.032;
  • reclusione fino a 2 anni o multa fino a € 2.065 se l’offesa consiste nell’attribuire un fatto determinato;
  • reclusione da 6 mesi a 3 anni o multa non inferiore a € 516 se l’offesa è commessa “col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità”, cioè online o sui social.

Le pene aumentano ulteriormente se la diffamazione riguarda un corpo politico, amministrativo o giudiziario.

๐Ÿ”น Come difendersi da una diffamazione online

  1. Conservare subito le prove.
    Effettua
    screenshot, stampa le pagine, salva link e orari di pubblicazione.
  2. Identificare l’autore.
    Anche un profilo falso può essere individuato tramite l’
    indirizzo IP e altri dati informatici.

๏ปฟLa Cassazione (Sez. V, sent. n. 5352/2018) ha chiarito che l’IP consente di ricondurre il post a un dispositivo preciso, anche se non è l’unico elemento necessario.
Altri indizi – come il movente, il linguaggio, la condotta successiva (tentativi di cancellazione, mancanza di denuncia di furto d’identità) – possono concorrere a provare la responsabilità.

  1. Sporgere querela entro tre mesi dal giorno in cui si è avuta conoscenza dell’offesa.
    La querela può essere presentata ai
    Carabinieri, alla Polizia Postale o direttamente in Procura.
    È un atto formale: va redatto in modo corretto, specificando le espressioni offensive, i link, i testimoni e i danni subiti.
  2. Richiedere la rimozione dei contenuti.
    Parallelamente alla denuncia, è possibile segnalare il post alla piattaforma (Facebook, Instagram, Google ecc.) e chiedere la cancellazione immediata del contenuto diffamatorio.

๐Ÿ”น Il procedimento penale

Una volta presentata la querela:

  • la Procura della Repubblica apre un fascicolo d’indagine;
  • la Polizia Postale o la Polizia Giudiziaria effettua accertamenti tecnici (IP, dispositivi, account, testimonianze);
  • se emergono elementi di reato, il Pubblico Ministero esercita l’azione penale e si apre il processo.

Durante il procedimento, la persona offesa può costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento, ma il focus rimane la responsabilità penale dell’autore.

๐Ÿ”น Giurisprudenza recente

  • Cass. Pen. Sez. V, n. 9942/2018: il movente e la condotta complessiva dell’imputato possono confermare la sua responsabilità anche se non vi è prova diretta dell’IP.
  • Cass. Pen. Sez. V, n. 12546/2019: la competenza territoriale spetta al luogo in cui la persona offesa ha percepito l’offesa (quindi, ad esempio, Sanremo o Imperia per chi vi risiede).
  • Corte di Giustizia UE, 2019: le piattaforme come Facebook possono essere obbligate a rimuovere non solo il post illecito, ma anche contenuti identici o equivalenti diffusi successivamente.

๐Ÿ”น Perché rivolgersi a un avvocato penalista

La diffamazione online è un reato tecnico, che richiede competenze in diritto penale e informatico.
L’assistenza di un
avvocato penalista esperto in reati di diffamazione consente di:

  • predisporre una querela efficace e completa di tutti gli elementi probatori;
  • ottenere la rimozione rapida dei contenuti;
  • seguire l’intero iter penale, dal deposito della denuncia all’eventuale processo.

๐Ÿ”น Se ti hanno diffamato a Sanremo o Imperia

Sono l’Avv. Matteo Guazzoni, avvocato penalista a Sanremo (Foro di Imperia).
Assisto privati, professionisti e imprese vittime di diffamazione
su Facebook, Instagram, WhatsApp o altri mezzi online, nonché in casi di diffamazione tradizionale tramite stampa o dichiarazioni pubbliche.

Nel mio studio seguo personalmente ogni fase:

  • redazione della querela;
  • raccolta e cristallizzazione delle prove digitali;
  • rapporti con la Polizia Postale;
  • tutela in sede penale presso il Tribunale di Imperia.

๐Ÿ“ Studio Legale Avv. Matteo Guazzoni – Sanremo
๐Ÿ“ง
info@avvocatomatteoguazzoni.com
๐ŸŒ
www.avvocatomatteoguazzoni.com

๐Ÿ”น Conclusione

Scrivere o condividere contenuti offensivi sui social non è uno scherzo: la legge punisce la diffamazione online come reato, con conseguenze penali anche gravi.
Chi ne è vittima ha il diritto di reagire con fermezza, tutelando il proprio nome e la propria dignità.

Agire tempestivamente con l’aiuto di un avvocato penalista a Sanremo permette di:

  • bloccare la diffusione dei contenuti offensivi,
  • ottenere giustizia in sede penale,
  • e ristabilire la propria reputazione.

๐Ÿ‘‰ Hai subito un’offesa pubblica o un post diffamatorio?
Contattami subito per una
consulenza riservata a Sanremo o online: valuteremo insieme la strategia più rapida ed efficace per tutelare i tuoi diritti.

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