Il reato di Revenge porn a Sanremo: cos'è? come tutelarsi?

66b4087a_user • 14 maggio 2025

Guida al reato art. 612ter c.p.

Revenge porn: quando la violenza passa dallo schermo

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia fa parte della nostra quotidianità, anche nei rapporti affettivi e sessuali. Scambiarsi immagini intime all’interno di una relazione è diventato sempre più frequente, spesso percepito come un gesto di fiducia o complicità. Ma cosa accade quando quella fiducia viene tradita e quei contenuti – nati per restare privati – vengono usati per umiliare, controllare, vendicarsi?

Questa è la dinamica alla base di un reato purtroppo sempre più diffuso: il cosiddetto revenge porn, cioè la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta.

In questo articolo affronteremo con chiarezza:

  • che cosa dice la legge italiana (art. 612-ter c.p.);
  • cosa può fare chi ha subito questo tipo di violenza;
  • cosa rischia chi viene accusato;
  • come può aiutarti un avvocato.

Cos’è davvero il revenge porn?

La definizione tecnica è “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Ma dietro questa formula giuridica ci sono vite devastate, relazioni spezzate, sofferenze profonde. Non si tratta solo di una “ripicca tra ex”, ma di una vera e propria violazione della dignità personale, spesso accompagnata da ansia, isolamento, vergogna.

Il revenge porn si verifica quando:

  • immagini o video che mostrano una persona in atteggiamenti sessuali o nudi, scattati con o senza il suo consenso,
  • vengono condivisi, pubblicati o inviati ad altri,
  • senza il consenso della persona ritratta,
  • e con lo scopo di recarle un danno, spesso dopo la fine di una relazione.

La modalità più frequente? L’invio tramite WhatsApp, Telegram, gruppi social o account fake, ma anche la pubblicazione su siti web o la minaccia di farlo.


Cosa prevede la legge: l’art. 612-ter c.p.

Il Codice penale, con l’articolo 612-ter introdotto dalla legge sul Codice Rosso, punisce due condotte principali:

  1. Chi realizza o sottrae immagini/video sessualmente espliciti e li diffonde senza consenso.
  2. Chi riceve questi contenuti e decide di inoltrarli, pubblicarli o condividerli comunque con l’intento di nuocere.

La pena prevista è:

  • reclusione da 1 a 6 anni,
  • multa da 5.000 a 15.000 euro.

Sono previste aggravanti (e quindi pene più severe) se:

  • la vittima è un’ex partner, un coniuge o una persona con disabilità,
  • si usano strumenti informatici o social network,
  • la diffusione avviene pubblicamente o in gruppi numerosi.


È sufficiente aver inoltrato il contenuto?

Sì. La legge punisce anche chi riceve il contenuto e lo inoltra ad altri, anche solo a una persona.
Non serve essere l’autore originale della foto o video:
basta contribuire alla sua diffusione per integrare il reato.

Un semplice “inoltra” può cambiare la vita della persona ritratta… e anche la tua.


Procedibilità: serve la querela?

Nella maggior parte dei casi, per procedere è necessaria una querela della persona offesa, che deve essere presentata entro 6 mesi da quando la vittima ha scoperto la diffusione.

Tuttavia, ci sono casi in cui si procede d’ufficio, cioè automaticamente, senza che la vittima debba sporgere querela. Succede, ad esempio, se:

  • la vittima è minorenne,
  • la vittima è in stato di gravidanza o ha disabilità,
  • il fatto è legato ad altri reati più gravi (come maltrattamenti o minacce gravi).


Se sei vittima: cosa puoi fare subito

Se scopri che immagini intime tue sono state diffuse o minacciate di diffusione:

  1. Non cancellare nulla: conserva screenshot, link, messaggi, nomi dei profili coinvolti.
  2. Evita vendette o risposte istintive: potresti metterti nei guai.
  3. Sporgi querela il prima possibile: meglio se con l’assistenza di un avvocato penalista.
  4. Richiedi la rimozione immediata dei contenuti tramite le piattaforme coinvolte.
  5. Puoi chiedere al giudice misure cautelari urgenti, come il divieto di contatto o il braccialetto elettronico.

Se la tua situazione è delicata, puoi chiedere patrocinio gratuito a spese dello Stato, anche senza limiti di reddito.


L'Avv. Matteo Guazzoni opera a Sanremo, e fa parte dell'Associazione DONNEXSTRADA, che si occupa di tutelare le vittime di reati di violenza di genere.


Argomenti trattati in questo articolo:
Revenge porn, art. 612-ter c.p., reato di diffusione immagini intime, contenuti sessuali diffusi senza consenso, querela revenge porn, procedura penale per atti di revenge porn, tutela legale vittime, difesa penale per indagati, misure cautelari stalking, Avv. Matteo Guazzoni Sanremo, avvocato penalista Sanremo.

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