Querela penale a Sanremo: cos’è, termini e come fare per tutelarti

66b4087a_user • 17 maggio 2025

Scopri cos’è la querela, quando presentarla e come funziona. Assistenza legale a Sanremo per stalking, violenza e altri reati. - Avv. Matteo Guazzoni.

Querela: cos'è, come funziona

Introduzione: il primo passo per tutelarsi

Quando una persona subisce un reato, non sempre lo Stato può procedere automaticamente. In molti casi, soprattutto quando si tratta di offese alla sfera personale e familiare, è necessario che la vittima sporga querela. Questo passaggio, spesso sottovalutato o mal compreso, è invece decisivo per attivare il procedimento penale.

Capire cos'è la querela, quando è necessaria e come funziona, diventa ancora più urgente se si è vittime di violenza domestica, stalking o violenza sessuale. In questi casi, la querela non è solo un atto processuale, ma uno strumento di autodifesa, spesso l’unico che la persona offesa può esercitare.


Cos’è la querela?

La querela è l’atto con cui la persona offesa da un reato manifesta la propria volontà che si proceda penalmente nei confronti del responsabile. Si differenzia dalla denuncia, che può essere presentata da chiunque abbia notizia di un reato e non implica necessariamente la volontà di perseguire penalmente.

Ai sensi dell’art. 120 c.p., ha diritto di querela chi è stato offeso da un reato non perseguibile d’ufficio. Per molti reati, infatti, la legge subordina l'inizio del procedimento penale alla volontà espressa della vittima.


Gli elementi essenziali della querela

  • Notizia di reato: la persona offesa riferisce il fatto che ritiene costituire reato;
  • Volontà di perseguire: deve emergere chiaramente che si intende procedere penalmente;
  • Formalità: può essere presentata per iscritto o verbalmente, presso qualsiasi ufficio di polizia giudiziaria o in Procura.


I termini per proporre querela

Il termine ordinario per presentare querela è di 3 mesi dal giorno in cui la persona offesa ha avuto piena conoscenza del fatto che costituisce reato. Non si tratta di 90 giorni, ma di 3 mesi, computando anche il giorno stesso in cui si ha cognizione del reato.

Tuttavia, per alcuni reati il termine è più lungo:

  • 6 mesi per il reato di atti persecutori (stalking);
  • 12 mesi per il reato di violenza sessuale.

Questo riconoscimento normativo nasce dalla consapevolezza che, in alcuni casi, la vittima può non essere immediatamente in grado di denunciare i fatti a causa di paura, vergogna, dipendenza affettiva o pressioni sociali.


Rinuncia e remissione: si può ritirare la querela?

La persona offesa non è obbligata a querelare, e può anche rinunciarvi prima ancora di averla proposta. Se invece la querela è già stata presentata, può decidere di rimetterla, ossia ritirarla.

La remissione della querela è un atto attraverso il quale la vittima comunica la volontà di non proseguire oltre con il procedimento penale. Essa può essere:

  • Espressa (ad esempio con dichiarazione scritta o verbale in udienza);
  • Tacita (ad esempio, la mancata comparizione all’udienza senza giustificato motivo).

Ma attenzione: la remissione ha effetto solo se accettata dall’imputato. In caso contrario, il processo prosegue.


La querela nei reati di genere: stalking e violenza sessuale

Perché è un punto critico

I reati di violenza di genere sono spesso avvolti da una spirale di silenzio, paura e solitudine. Ed è proprio per questo che la querela, pur essendo pensata come strumento di tutela, può trasformarsi in un’arma di pressione o ricatto.

Immaginiamo una donna maltrattata, che trova il coraggio di denunciare. Dopo aver querelato il compagno, subisce pressioni familiari, minacce economiche o intimidazioni. Ecco perché, in questi casi, il legislatore ha limitato o reso irrevocabile la querela, per proteggere la vittima anche da se stessa, o meglio, dalla sua condizione di vulnerabilità.


Violenza sessuale: querela irrevocabile

Per i reati di violenza sessuale (art. 609-bis c.p.), la legge prevede:

  • Un termine di 12 mesi per proporre querela;
  • L’irrevocabilità della querela: una volta presentata, non può essere ritirata, nemmeno se la vittima lo chiede.


Perché è irrevocabile?

Perché si vuole evitare che la vittima venga spinta a fare marcia indietro, magari sotto ricatto emotivo, economico o psicologico. La violenza sessuale è spesso commessa in contesti familiari o relazionali, dove la vittima e il colpevole si conoscono. La querela irrevocabile è uno scudo normativo per impedire che il colpevole possa "negoziare" la libertà attraverso la manipolazione della persona offesa.


Stalking: remissione solo in udienza e querela irrevocabile in certi casi

Nel caso del reato di stalking (atti persecutori, art. 612-bis c.p.), la querela:

  • Deve essere proposta entro 6 mesi;
  • È rimettibile solo processualmente, ossia davanti al giudice, che può valutare se la remissione sia genuina o frutto di pressioni.


Quando la querela è irrevocabile anche nello stalking?

Se il fatto è stato commesso:

  • Con minacce reiterate;
  • In danno di minore;
  • In danno di disabile;
  • In connessione con altri reati procedibili d’ufficio.

In questi casi, il pubblico ministero può procedere d’ufficio, e la querela non è necessaria. Si evita così che la giustizia resti bloccata in attesa della volontà della vittima.


La fragilità della vittima nel procedimento penale

La logica della querela nei reati di genere ha sollevato forti critiche, anche da parte della giurisprudenza e della dottrina. Il rischio è quello di attribuire alla vittima un onere troppo pesante, in un momento in cui è emotivamente, psicologicamente e talvolta fisicamente compromessa.

Per questo, è fondamentale:

  • Assistere la vittima fin da subito con supporto legale competente;
  • Valutare la procedibilità d’ufficio, laddove possibile;
  • Promuovere modifiche legislative che rendano irrevocabile la querela per tutti i reati di violenza di genere, e non solo per la violenza sessuale.


L'Avv. Matteo Guazzoni opera a Sanremo, offrendo supporto e aiuto a chi debba presentare una querela, con particolare focus alle vittime di violenza.


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