Affidamento familiare: diritti e limiti dei genitori biologici - Avvocato Sanremo
Diritti e limiti dei genitori - Avv. Matteo Guazzoni

Affidamento familiare: diritti e limiti dei genitori biologici
Avv. Matteo Guazzoni – Studio Legale a Sanremo
Affidamento familiare: cosa possono fare i genitori durante l’affido, come mantenere i contatti e collaborare coi Servizi per il ricongiungimento.
Che cos’è l’affidamento familiare
L’affidamento familiare è una misura temporanea di tutela del minore, disciplinata dalla Legge 4 maggio 1983 n. 184, come modificata dalla L. 149/2001 e dalle più recenti Linee di indirizzo nazionali 2024.
L’obiettivo non è allontanare per punire, ma proteggere il minore e aiutare la famiglia d’origine a ritrovare equilibrio, fino al possibile ricongiungimento.
La durata è di massimo 24 mesi, prorogabile se l’interruzione potrebbe recare danno al minore.
I diritti dei genitori biologici durante l’affido
Quando un figlio viene affidato a terzi (famiglia affidataria o comunità), la responsabilità genitoriale non viene revocata, ma solo limitata: il genitore resta parte attiva del percorso.
1️⃣ Diritto a essere informati
Durante l’affidamento familiare, i genitori biologici mantengono – salvo diversa disposizione del Tribunale per i Minorenni – un ruolo attivo nel percorso del figlio.
Hanno diritto a essere
coinvolti e informati, nei limiti stabiliti dal decreto di affido e compatibilmente con l’interesse del minore.
Quando la responsabilità genitoriale è sospesa o limitata, le informazioni possono essere trasmesse solo attraverso i
Servizi sociali o su autorizzazione del giudice.
2️⃣ Diritto a mantenere i contatti
La legge
non stabilisce un “diritto incondizionato” del genitore a vedere il figlio, ma impone che
il giudice indichi nel decreto di affido le modalità dei rapporti.
Questo significa che:
- i contatti sono la regola,
- ma possono essere limitati o sospesi se contrari all’interesse del minore.
3️⃣ Diritto a partecipare alle decisioni importanti
Durante l’affidamento familiare, i genitori mantengono – salvo diversa disposizione del Tribunale – la titolarità della responsabilità genitoriale.
Le decisioni di maggiore importanza (salute, istruzione, spostamenti) dovrebbero essere
condivise con i Servizi sociali e con l’affidatario, che deve tener conto delle indicazioni dei genitori (art. 5 L. 184/1983).
Tuttavia, se il Tribunale ha disposto la
limitazione o la sospensione della responsabilità (artt. 330–333 c.c.), i genitori
non partecipano alle decisioni, che vengono assunte dal tutore o dal giudice minorile.
Collaborare con i Servizi sociali: il vero punto di svolta
Molti genitori percepiscono i Servizi come un ostacolo, ma la collaborazione documentata è il fattore decisivo per ottenere la revoca dell’affido.
Collaborare significa:
- presentarsi puntualmente ai colloqui;
- accettare percorsi di sostegno alla genitorialità;
- dimostrare equilibrio e costanza;
- mantenere rapporti civili con affidatari e operatori.
Le relazioni dei Servizi sociali descrivono ogni aspetto del comportamento del genitore e vengono lette dal giudice: un atteggiamento costruttivo può cambiare radicalmente il destino del procedimento.
I benefici concreti della collaborazione
Quando il genitore mostra continuità e miglioramento, il Tribunale può disporre:
- incontri più frequenti o non vigilati;
- periodi di visita prolungata (fine settimana, vacanze);
- rientri graduali in famiglia;
- revoca dell’affidamento e ripristino della piena responsabilità genitoriale.
Ogni decisione viene presa solo se il minore mostra serenità e stabilità e se i Servizi attestano il superamento delle criticità.
Continuità affettiva con la famiglia affidataria
La
Legge 173/2015 ha introdotto il principio della
continuità degli affetti: anche dopo la fine dell’affido o in caso di adozione, il minore può
mantenere rapporti significativi con la famiglia affidataria se ciò è nel suo interesse.
Si tratta di un’evoluzione che mira a
preservare tutti i legami positivi, sia con i genitori naturali sia con chi ha temporaneamente accolto il bambino.
Quando rivolgersi a un avvocato
Affrontare un procedimento di affidamento familiare
senza assistenza legale può essere rischioso.
Un avvocato esperto in diritto minorile:
- tutela i diritti del genitore nei procedimenti davanti al Tribunale per i Minorenni;
- assiste nei rapporti con i Servizi sociali;
- presenta istanze di revisione o ricongiungimento;
- guida il genitore in un percorso concreto di recupero della responsabilità.
Lo Studio Legale Avv. Matteo Guazzoni, con sede a Sanremo (IM), offre consulenze specifiche in materia di:
- affidamento familiare e tutela minorile;
- ricongiungimento e revoca dell’affido;
- relazioni con i Servizi sociali;
- tutela dei diritti dei genitori e dei nonni nel procedimento minorile.
📍 Studio Legale Avv. Matteo Guazzoni – Sanremo (Foro di Imperia)
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